Due anni di pastorale a Sant’Ugo: la mia esperienza a Roma Mi chiamo Cristiano Pani, ho 21 anni e quest’anno ho terminato il biennio filosofico presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore. In questi due anni che ho trascorso a Roma ho prestato servizio nella...
Andrea e Claudio: due novelli diaconi
Andrea e Claudio: due novelli diaconi
Nella suggestiva cornice della Cattedrale di Cagliari, domenica 17 dicembre [2023], l’Arcidiocesi di Cagliari ha vissuto un momento di grande commozione e festa in occasione dell’ordinazione di due nuovi diaconi: don Giuseppe Andrea Pelgreffi e don Claudio Pireddu. La gioia e la partecipazione degli amici e familiari di Claudio e Andrea hanno pervaso la cerimonia di ordinazione, presieduta da S.E.R. Mons. Giuseppe Baturi, la quale ha rappresentato un’occasione di rinnovamento e impegno spirituale per la comunità ecclesiastica di Cagliari.
È proprio la gioia, come dono definitivo e duraturo, ad essere stato il richiamo battente della celebrazione. L’arcivescovo Mons. Baturi ha, infatti, sottolineato più volte nell’omelia la responsabilità del cristiano nell’annunciare e testimoniare la gioia cristiana. Essa non è legata, però, al possesso di beni effimeri, quanto invece alla presenza fedele del Signore, proprio per questo è un dono possibile sempre, anche nelle difficoltà. Oberando il fatto che il Risorto riscatta l’umanità dal nulla e dall’assurdo, scrivendo l’ultima parola sul destino dell’uomo, testimoniare la gioia non avrebbe alcuna credibilità. «La vita sarebbe assurda senza la nascita di un Dio che è penetrato come uomo nella nostra storia per farne un cammino, talvolta doloroso e talaltra pieno di allegria, verso una meta di eternità. La gioia di quel Dio-Bambino riscatta la vita dalla tentazione dell’insensato».
Oltre che dono, la gioia è, dunque, una responsabilità, che deriva dalla coscienza del cristiano di essere mandato a rendere testimonianza al Signore che porta gioia, verità e vita. In quest’ottica si comprende meglio il richiamo dell’Arcivescovo alla figura esemplare di Giovanni Battista, che «venne come testimone per dare testimonianza alla luce» (Gv 1,7). La vera testimonianza va, infatti, oltre le attività esterne, piuttosto deve rispondere alle domande fondamentali sulla propria identità, speranza, verità e amore che guidano la vita.
Questa profondità è la strada percorribile su cui aprire un dialogo con il mondo ferito degli uomini, dei giovani in particolare, che grida una domanda di senso: «che vuol dir questa / Solitudine immensa? Ed io che sono?» (Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, G. Leopardi). Giovanni, dunque, rende vera testimonianza in quanto afferma la sua identità di inviato. La verità e la credibilità della sua parola stanno nella coscienza che la sua identità è un Altro da sé che deve far conoscere con un modo di vivere che non ha altro significato che preparare la Sposa all’incontro con lo Sposo (Gv 3,29).
La comunità tutta del Seminario Arcivescovile di Cagliari non può che unirsi all’augurio e alla preghiera dell’Arcivescovo, che Claudio e Andrea possano vivere il diaconato con consapevolezza per essere reali ministri della Luce: «Nell’annuncio della Parola di Dio, nel servizio alla mensa del Signore, nella diaconia della carità, siete inviati agli uomini per far conoscere e comunicare il Signore nel quale si compie ogni promessa di gioia, di verità, di vita. Non abbiate altra ragione e sarete persone liete che annunciano la vera letizia».
Alberto Caocci
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