La LXII Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrerà l’11 maggio, ha come tema: “Credere, sperare, amare”. Non compare un soggetto, ma è spontaneo pensare che si parli dei fedeli cristiani, chiamati ad accogliere il dono divino delle virtù teologali e a viverle nella concretezza della loro esistenza. Ma se avessimo l’ardire di pensare che anche Dio potrebbe essere il soggetto dei tre verbi, forse non saremo lontani dalla verità.

Nel suo messaggio per la Giornata di preghiera per le vocazioni, inviato dal Policlinico Gemelli, Papa Francesco affermava che “ogni vocazione nella Chiesa – sia essa laicale o al ministero ordinato o alla vita consacrata – è segno della speranza che Dio nutre per il mondo e per ciascuno dei suoi figli”. Prima del nostro sperare in Dio, infatti, c’è la speranza di Dio per noi.

Il poeta francese Charles Péguy ha espresso questo concetto con parole mirabili nell’opera Il portico del mistero della seconda virtù:

“Bisogna fare speranza a Dio, lui ha ben fatto speranza a noi.
Singolare mistero, il più misterioso. Dio ha fatto la prima mossa,
Dio ci ha fatto speranza. Ha cominciato. Ha sperato che l’ultimo dei peccatori,
che il più infimo dei peccatori lavorasse almeno un po’ alla sua salvezza,
sia pure poco, poveramente, che se ne sarebbe occupato un po’.
Lui ha sperato in noi, sarà detto che noi non spereremo in lui?
Dio ha posto la sua speranza, la sua povera speranza in ognuno di noi,
nel più infimo dei peccatori.
Egli ha messo nelle nostre mani, nelle nostre deboli mani,
la sua speranza eterna. Nelle nostre mani passeggere. Nelle nostre mani peccatrici.
E noi, noi peccatori, non metteremo la nostra debole speranza nelle sue mani eterne?”

Se il Signore Gesù chiama alcuni a vivere l’avventura del dono totale di sé nel ministero presbiterale o in una qualche forma di consacrazione o nel matrimonio, è perché spera che essi possano essere, con la grazia dello Spirito, fermento di rinnovamento nel mondo e voce profetica che annunzia il Regno.

Siamo invitati perciò a pregare, specialmente in questo giorno, perché chi vive la vocazione al sacerdozio, alla vita religiosa e consacrata e al matrimonio, sia fedele alla promessa, e chi ha intrapreso un cammino di formazione, si impegni con tutte le forze a portarlo a compimento. Ricordiamo anche di pregare, in particolare, per i nostri sacerdoti e per il nostro Seminario Arcivescovile.

Possiamo utilizzare la preghiera proposta per questa giornata dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni, oppure una o più delle intenzioni di preghiera che seguono.

Signore Gesù, ti sei fatto pellegrino in mezzo a noi, sempre ci precedi e ci accompagni: mostraci la Via, affinché camminando sulle orme dei tuoi passi procediamo sicuri sulla strada del Vangelo. Il tuo Spirito Santo spalanchi nel nostro cuore la porta della fede: ci insegni a pregare, a chiedere perdono e a perdonare. Nell’ascolto della tua Parola e in una vera riconciliazione possiamo udire e comprendere la tua voce che sempre ci chiama. Rendici tuoi discepoli e attraverso la nostra vita arricchisci la tua Chiesa di sante vocazioni perché ogni persona si sappia amata e benedetta e conosca la vita e la speranza dei figli di Dio. Amen.

1) O Padre, guarda con bontà il nostro Seminario Arcivescovile: fa che i nostri candidati al sacerdozio possano custodire la tua parola e vivere la carità, per render sempre più sicura la loro vocazione e la loro elezione.
2) Signore risorto, ravviva il dono del sacerdozio nei presbiteri della nostra Chiesa diocesana: siano autentici testimoni di vita evangelica
3) Manda, o Signore, nuove vocazioni alla vita religiosa alla tua Chiesa, discepoli missionari per l’annuncio del Vangelo
4) Signore Gesù, che visiti la terra e la disseti, rendi i sacerdoti instancabili ministri della tua misericordia
5) Padre buono, suscita generose vocazioni al celibato e alla verginità, siano segno delle nozze eterne di Cristo con la Chiesa

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA 62ª GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

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