L’estate è comunemente considerata la stagione più bella, per via della libertà che si respira, per le ferie, per il riposo.
Ma, per un seminarista medio, l’appropinquarsi dell’estate desta anche grande preoccupazione per le esperienze che è chiamato a vivere.
Infatti, la maggior parte delle volte la meta non corrisponde al luogo che si avrebbe voluto o, talvolta, le esperienze previste non permettono di partecipare ad altre desiderate.

Però, spesso succede che proprio nel luogo in cui non si hanno troppe pretese, accade qualcosa di bello.
Quest’estate ho avuto la fortuna di condividere questo Bello con tre compagni, don Lorenzo, Enrico e Michele, nell’abbazia di San Pietro di Solesmes, in Francia, in cui abbiamo trascorso una settimana insieme ai monaci.

La giornata aveva inizio all’alba con la preghiera del Mattutino, seguita da una fetta di pane con burro e marmellata – tutto prodotto in loco – e proseguiva con le Lodi.
A metà mattina, dopo l’Ora Terza, si celebrava la Santa Messa, poi l’Ora Sesta, il pranzo (in silenzio), l’Ora Nona, i Vespri, la cena (anch’essa in silenzio con lettura), e infine la Compieta, che segnava l’inizio del grande silenzio.

Agli occhi dei più questo racconto potrebbe non avere alcun contenuto entusiasmante: si è trattata di una settimana di intensa preghiera… e basta!
Eppure, la gioia che abbiamo nel cuore a distanza di mesi è segno che qualcosa di Grande è accaduto anche nell’ordinarietà.

Ciò che colpisce non è tanto l’imponenza della struttura del Mille d.C., quanto la grandezza del canto gregoriano che accompagna ed eleva la preghiera del Salterio e delle celebrazioni eucaristiche.
La comunità di Solesmes è una delle più conosciute per il canto gregoriano, una vera “officina” viva che abbiamo potuto conoscere dal vivo grazie anche ai dialoghi con i monaci impegnati nel suo studio.

Durante la nostra permanenza in monastero, in occasione della solenne celebrazione dell’Assunta, patrona di Francia, abbiamo ricevuto un dono prezioso: assistere alla professione semplice di un monaco che ha scelto di proseguire il cammino dopo il noviziato.
La comunità di Solesmes, pur non numerosa, è stimata dalla popolazione locale, che partecipa alla preghiera nella chiesa aperta al pubblico.

È stata anche un’occasione per vivere un assaggio di fraternità in una vera fraternità.
La vita comunitaria dei monaci, a noi non del tutto estranea, ha ispirato e innalzato la qualità della nostra esperienza.
Abbiamo condiviso preoccupazioni, intuizioni, meditazioni: tutto ciò che la preghiera ha fatto emergere in noi.
Il richiamo costante all’Essenziale, favorito dalla preghiera, ha dato forma al nostro stare insieme, in un’esperienza di fraternità che – nel suo piccolo – è stata capace di “perturbare” quella dei monaci… in un modo chiassosamente positivo.

Alberto Caocci

Ultime News

Volti, storie e preghiera: testimonianze da Selva

Volti, storie e preghiera: testimonianze da Selva

Dal 27 luglio al 6 agosto abbiamo vissuto un tempo a Selva di Val Gardena, ospiti dei padri gesuiti a Villa Capriolo. Un’esperienza intensa e autentica, che ci ha portati a riscoprire tre incontri fondamentali: con il Signore, con gli altri e con noi stessi. Prima di...

Estate di speranza a San Pantaleo: AC e Giubileo dei Giovani

Estate di speranza a San Pantaleo: AC e Giubileo dei Giovani

Non solo la destinazione assegnata dal Pontificio Seminario Regionale Sardo per l’esperienza pastorale del fine settimana, ma anche una comunità con la quale trascorrere alcune settimane durante l’estate. Ho infatti vissuto con la parrocchia di San Pantaleo in...

Giornate di fraternità 2025: un cammino sui passi dei santi

Giornate di fraternità 2025: un cammino sui passi dei santi

Dal 25 al 28 agosto 2025, la comunità del Seminario Arcivescovile di Cagliari ha vissuto un breve ma intenso tempo di fraternità in Umbria, accompagnata dal Rettore e dall’Arcivescovo Giuseppe. Un’esperienza pensata come momento di comunione, preghiera e riflessione,...