Giornata Mondiale Vocazioni 2025

Giornata Mondiale Vocazioni 2025

La LXII Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrerà l’11 maggio, ha come tema: “Credere, sperare, amare”. Non compare un soggetto, ma è spontaneo pensare che si parli dei fedeli cristiani, chiamati ad accogliere il dono divino delle virtù teologali e a viverle nella concretezza della loro esistenza. Ma se avessimo l’ardire di pensare che anche Dio potrebbe essere il soggetto dei tre verbi, forse non saremo lontani dalla verità.

Nel suo messaggio per la Giornata di preghiera per le vocazioni, inviato dal Policlinico Gemelli, Papa Francesco affermava che “ogni vocazione nella Chiesa – sia essa laicale o al ministero ordinato o alla vita consacrata – è segno della speranza che Dio nutre per il mondo e per ciascuno dei suoi figli”. Prima del nostro sperare in Dio, infatti, c’è la speranza di Dio per noi.

Il poeta francese Charles Péguy ha espresso questo concetto con parole mirabili nell’opera Il portico del mistero della seconda virtù:

“Bisogna fare speranza a Dio, lui ha ben fatto speranza a noi.
Singolare mistero, il più misterioso. Dio ha fatto la prima mossa,
Dio ci ha fatto speranza. Ha cominciato. Ha sperato che l’ultimo dei peccatori,
che il più infimo dei peccatori lavorasse almeno un po’ alla sua salvezza,
sia pure poco, poveramente, che se ne sarebbe occupato un po’.
Lui ha sperato in noi, sarà detto che noi non spereremo in lui?
Dio ha posto la sua speranza, la sua povera speranza in ognuno di noi,
nel più infimo dei peccatori.
Egli ha messo nelle nostre mani, nelle nostre deboli mani,
la sua speranza eterna. Nelle nostre mani passeggere. Nelle nostre mani peccatrici.
E noi, noi peccatori, non metteremo la nostra debole speranza nelle sue mani eterne?”

Se il Signore Gesù chiama alcuni a vivere l’avventura del dono totale di sé nel ministero presbiterale o in una qualche forma di consacrazione o nel matrimonio, è perché spera che essi possano essere, con la grazia dello Spirito, fermento di rinnovamento nel mondo e voce profetica che annunzia il Regno.

Siamo invitati perciò a pregare, specialmente in questo giorno, perché chi vive la vocazione al sacerdozio, alla vita religiosa e consacrata e al matrimonio, sia fedele alla promessa, e chi ha intrapreso un cammino di formazione, si impegni con tutte le forze a portarlo a compimento. Ricordiamo anche di pregare, in particolare, per i nostri sacerdoti e per il nostro Seminario Arcivescovile.

Possiamo utilizzare la preghiera proposta per questa giornata dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni, oppure una o più delle intenzioni di preghiera che seguono.

Signore Gesù, ti sei fatto pellegrino in mezzo a noi, sempre ci precedi e ci accompagni: mostraci la Via, affinché camminando sulle orme dei tuoi passi procediamo sicuri sulla strada del Vangelo. Il tuo Spirito Santo spalanchi nel nostro cuore la porta della fede: ci insegni a pregare, a chiedere perdono e a perdonare. Nell’ascolto della tua Parola e in una vera riconciliazione possiamo udire e comprendere la tua voce che sempre ci chiama. Rendici tuoi discepoli e attraverso la nostra vita arricchisci la tua Chiesa di sante vocazioni perché ogni persona si sappia amata e benedetta e conosca la vita e la speranza dei figli di Dio. Amen.

1) O Padre, guarda con bontà il nostro Seminario Arcivescovile: fa che i nostri candidati al sacerdozio possano custodire la tua parola e vivere la carità, per render sempre più sicura la loro vocazione e la loro elezione.
2) Signore risorto, ravviva il dono del sacerdozio nei presbiteri della nostra Chiesa diocesana: siano autentici testimoni di vita evangelica
3) Manda, o Signore, nuove vocazioni alla vita religiosa alla tua Chiesa, discepoli missionari per l’annuncio del Vangelo
4) Signore Gesù, che visiti la terra e la disseti, rendi i sacerdoti instancabili ministri della tua misericordia
5) Padre buono, suscita generose vocazioni al celibato e alla verginità, siano segno delle nozze eterne di Cristo con la Chiesa

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA 62ª GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

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“Germogli di Speranza” – Giornata Diocesana Ministranti 2025

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“Germogli di Speranza” – Giornata Diocesana Ministranti 2025 

Venerdì 25 aprile, negli spazi del Seminario Arcivescovile, circa 120 ministranti della nostra Arcidiocesi, insieme a una quarantina di adulti che li accompagnavano, hanno animato la tradizionale giornata a loro dedicata.

È stata una presenza significativa, se si tiene conto del fatto che a Roma, lo stesso giorno, iniziava la celebrazione del Giubileo degli adolescential quale ha partecipato anche una nutrita delegazione della nostra Diocesie che le vacanze favorite dal “ponte” hanno reso impossibile ad alcuni partecipare. L’evento è stato organizzato, come anche negli anni passati, dai seminaristi e da alcuni membri dell’equipe dell’Ufficio di Pastorale vocazionale, ma hanno collaborato anche animatori da diverse parrocchie: è stata una bella opportunità per condividere la passione e il lavoro pastorale a servizio della nostra amata Chiesa di Cagliari.

La giornata è stata scandita dalla catechesi, tenuta dal nostro Arcivescovo Mons. Baturi, dal gioco e dalla S. Messa. Dopo il pranzo, le premiazioni e i saluti.

Il tema “germogli di speranzaè un richiamo alla realtà dei chierichetti, veri semi di speranza sia con il loro servizio nelle celebrazioni sia con la loro testimonianza cristiana negli ambienti che frequentano. Il Vescovo ha riassunto la sua riflessione, che ha preso spunto dal brano evangelico della parabola del seminatore, sottolineando soprattutto tre verbi: ascoltare, accogliere, perseverare.

I giochi, semplici ma molto efficaci, hanno trasmesso ai piccoli ministranti ulteriori stimoli vocazionali”, circa l’importanza dell’ascolto e della condivisione, la cura nel concentrarsi sulla voce-guida senza farsi distrarre da altre voci, la custodia del tesoro prezioso che abbiamo ricevuto, la prontezza nel rispondere a una “chiamata”, l’attenzione alle necessità degli altri.

La celebrazione della Messa ha coronato la giornata: abbiamo potuto alimentare la speranza attingendola alla sorgente zampillante dell’eucaristia, che non viene mai meno.

Abbiamo concluso la giornata con l’auspicio di poterci incontrare più spesso durante l’anno.

Link al drive con le foto della giornata.

https://drive.google.com/drive/folders/1FiCvV8qAL7XXgw18gubKGz_YORbp_26H?usp=share_link

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È giunta improvvisa la dolorosa notizia della morte del Santo Padre Francesco. Sua Eminenza, il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha dato l’annuncio alle ore 9:47. La vita del pontefice che “[c]i ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati.”, si è spenta alle ore 7:35 di questa mattina.

Nelle ore immediatamente successive, sono giunti i messaggi di cordoglio e di dolore da parte delle autorità di tutto il mondo e della Chiesa.

Anche il nostro Arcivescovo Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI, ha ricordato come “[i]l Papa iniziò il suo cammino e si fece conoscere al mondo da quel balcone, proprio da lì si è concesso ieri alla gente. In un certo senso, l’inizio e la fine si sono intrecciati. Anche allora chiese la preghiera del popolo, ieri ha benedetto il popolo, nel segno della fede nella Resurrezione. È una provvidenza che guida la Chiesa, anche nei momenti di sofferenza”.

La Chiesa di Cagliari e il Seminario Arcivescovile si unisce alla preghiera e al dolore di tutta la Chiesa. Alle ore 19 di questa sera, nella chiesa Cattedrale di Cagliari, l’Arcivescovo presiederà una santa messa in suffragio.

Redazione

Il testo integrale della dichiarazione dell’Arcivescovo mons. Giuseppe Baturi

https://www.chiesadicagliari.it/2025/04/21/le-dichiarazioni-dellarcivescovo-per-la-morte-del-papa/

Dichiarazione del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2025/04/21/0267/00493.html

Papa Francesco e mons. Giuseppe Baturi

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Giornata diocesana ministranti 2025

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Il Seminario Arcivescovile e l’Ufficio Diocesano per la Pastorale delle Vocazioni sono lieti di annunciare la Giornata Diocesana dei Ministranti, che si terrà il 25 aprile 2025 presso il Seminario Arcivescovile. Un’opportunità speciale per tutti i ministranti della nostra diocesi di incontrarsi, crescere insieme e rinnovare il proprio impegno nel servizio liturgico.

Germogli di speranza

Pensando al tema giubilare possiamo dire che i nostri chierichetti sono come dei germogli di speranza. Essi, infatti, non solo svolgono un servizio nelle liturgie, per aiutare il popolo di Dio a celebrare il culto, fonte di speranza, ma sono anche stimolati a trasfondere nella vita quanto hanno appreso nel servizio della celebrazione del mistero.

La Giornata Diocesana Ministranti vuole dare a loro una opportunità unica di incontrare altri coetanei animati dalla stessa passione e di condividere momenti di riflessione, preghiera e gioco.

Organizzazione e partecipazione

La preparazione e lo svolgimento dell’evento saranno curati dai seminaristi, dall’equipe di Pastorale Vocazionale e dagli animatori di alcuni oratori della diocesi, che accompagneranno i ragazzi nel corso della giornata.

Iscrizioni

Per partecipare alla Giornata Diocesana dei Ministranti, ti invitiamo a compilare l’apposito Modulo di iscrizione e a inviarlo all’indirizzo email: pastoralevocazionale.cagliari@gmail.com. Ti ricordiamo che le iscrizioni scadono il 20 aprile 2025, quindi assicurati di inviare il modulo entro quella data per garantire la tua partecipazione.

Non vediamo l’ora di accoglierti il 25 aprile in Seminario!

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A pochi giorni dalla sua ordinazione episcopale, che avrà luogo domenica 9 febbraio alle 16, nella suggestiva cornice della basilica di Sant’Elena a Quartu, abbiamo rivolto alcune domande a S.E Mons. Mario Farci.

Che ricordi conserva degli anni di discernimento, studio e formazione trascorsi nel nostro Seminario Arcivescovile? Del biennio 1996  – 1998 a contatto con i giovani seminaristi in qualità di  Direttore Spirituale?

Sono entrato in seminario a poco più di tredici anni, nel 1980. Da tempo ero attratto dalla vita della Chiesa e dei presbiteri ma avevo preferito frequentare la scuola media nella mia città. Facevo parte di un nutrito gruppo di chierichetti che, tra l’altro, aveva una nutrita squadra di calcio di tutto rispetto. Erano altri tempi ed era naturale che qualcuno di questi facesse un’esperienza in seminario. Direi che i primi anni di seminario, il ginnasio e il liceo, sono stati i più importanti. Poi ho proseguito giorno per giorno fino al seminario maggiore, dove ho sperimentato la passione per la teologia che mi ha permesso di comprendere la fede in modo nuovo e più profondo.

Una volta ordinato prete sono stato anche padre spirituale nel seminario minore per due anni. Un’esperienza ristretta che mi vedeva soprattutto impegnato nel consolare i ragazzi che avevano nostalgia delle loro famiglie e delle loro case.

Dal 1999 è impegnato come  Cappellano presso la casa di cura S. Antonio in Cagliari. Come il rapporto con la sofferenza e la vita degli altri può continuare a formare un presbitero? Cosa porta via di prezioso dopo 25 anni?

Arrivai ad essere cappellano ospedaliero in modo rocambolesco. Inizialmente ero stato nominato parroco ma, per difficoltà legate al mio predecessore, mi proposero di andare alla casa di cura S. Antonio, dove sono rimasto per più di 25 anni.

Oggi dico che è stata una esperienza bellissima. Anzitutto nel contatto col personale sanitario, persone che lavorano seriamente, sperimentano la durezza del lavoro ma ogni giorno si adoperano per il bene di chi soffre e poi, l’esperienza più bella, con i malati che ti insegnano a vivere. Mi porto dietro tante loro sofferenze e, soprattutto, tanti loro insegnamenti. Ho sempre voluto mantenere questo incarico, anche da Preside. Quando ero preoccupato o in tensione per qualcosa fuggivo in ospedale in modo che tutto venisse ricondotto nei giusti termini e oggi vedo che questi 25 anni sono proprio volati.

Cosa direbbe a un giovane che le confidasse il desiderio di diventare sacerdote?

A questo giovane direi di fare tutto con calma e senza affanni, di cercare di essere un ragazzo normale, di fare un’esperienza di Chiesa. Gli ripeterei la raccomandazione che in questi giorni, molto frequentemente, mi stanno facendo: «Non montarti la testa!». Gli direi che è necessario formarsi bene, il tempo della formazione non è tempo perso: tutto il contrario!

Inoltre, all’interno di questa formazione, forse per deformazione professionale, cercherei di fargli capire che la formazione teologica è indispensabile, che lo studio non è un optional e serve per aprirci la testa e farci interpretare meglio la realtà. Per un presbitero, soprattutto per un parroco, oggi e domani sarà sempre indispensabile.

Cosa le mancherà maggiormente di questa chiesa diocesana che ha servito per quasi 34 anni?

A Cagliari sono cresciuto, mi sono “fatto le ossa”. Direi che la Chiesa di Cagliari è stato il mio habitat naturale. Credo che mi mancherà un po’ tutto l’ambiente, però … Iglesias non è da meno. Le dimensioni sono, certo, più contenute ma credo possa essere un vantaggio. Ho l’impressione che ciò favorisca non poco la familiarità tra presbiteri e, mi auguro, con il Vescovo. Tengo a ringraziare la chiesa di Cagliari per tutto quanto mi ha dato. Mi sento inviato da questa comunità verso una chiesa sorella ma, in fondo, … la famiglia è la stessa!

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