Estate di speranza a San Pantaleo: AC e Giubileo dei Giovani

Estate di speranza a San Pantaleo: AC e Giubileo dei Giovani

Non solo la destinazione assegnata dal Pontificio Seminario Regionale Sardo per l’esperienza pastorale del fine settimana, ma anche una comunità con la quale trascorrere alcune settimane durante l’estate. Ho infatti vissuto con la parrocchia di San Pantaleo in Dolianova due esperienze preziose negli ultimi mesi: il campo parrocchiale dell’Azione Cattolica e il Giubileo dei Giovani a Roma.

L’Azione Cattolica rappresenta una delle realtà più vive della comunità di San Pantaleo, con percorsi formativi adatti a ogni fascia di età. In particolare, il campo estivo autogestito – svoltosi presso l’Oasi Regina Apostolorum di Baumela (Villanova Strisaili), nel territorio della diocesi di Lanusei – ha coinvolto i gruppi dell’ACR (Azione Cattolica dei Ragazzi), i giovanissimi e i giovani, accompagnati dagli educatori della parrocchia. Un gruppo di adulti si è reso disponibile per il servizio in cucina e per la gestione logistica della casa.

Accogliendo l’invito dell’anno giubilare, il tema scelto è stato: “Pellegrini di speranza”. A partire dalla testimonianza degli apostolii più vicini a Gesù e inviati da Lui ad annunciare la Buona Notizia – si sono sviluppate le attività, i giochi e i momenti di preghiera. Le diverse tappe hanno offerto l’occasione, modulata secondo le età, di rileggere la propria fede e le relazioni alla luce della Sacra Scrittura. Alcuni dei giovani si sono messi in gioco nella gestione dei gruppi e nei momenti di drammatizzazione previsti, tra cui alcune scene del Vangelo.

L’interazione tra le diverse fasce di età è importante per riscoprire insieme la vicinanza del Signore e l’invito a essere testimoni nella vita quotidiana in maniera reciproca. Tra i momenti dedicati ai giovanissimi anche la veglia sotto le stelle in mezzo al bosco, un momento per riflettere e pregare sotto l’immensità del firmamento.

Un momento storico per tutti i giovani cattolici è stato il Giubileo dei Giovani a Roma dal 28 luglio al 3 agosto. Insieme al parroco, don Mario Pili, un gruppo di 10 giovani della parrocchia ha partecipato a questo importante evento per tutta la Chiesa. Insieme ad altri gruppi provenienti da altre diocesi della Sardegna, siamo stati ospitati presso la parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, da anni luogo di riferimento per tanti sardi.

Nella stessa parrocchia abbiamo avuto l’occasione di celebrare insieme ai vescovi della Sardegna la Santa Messa e trascorrere alcuni momenti di fraternità. Numerosi sono stati gli eventi organizzati nell’Urbe per il Giubileo, tra cui anche una veglia di preghiera promossa dall’Azione Cattolica presso la Basilica di Santa Maria Sopra Minerva, davanti alle reliquie di Pier Giorgio Frassati esposte presso la stessa comunità dei Frati Domenicani.

Il culmine del Giubileo è stato la Veglia con il Santo Padre a Tor Vergata, alla quale hanno partecipato più di 1 milione di giovani, conclusasi con la Santa Messa nella mattina del 3 agosto.

Davanti a tante esperienze ricche di emozioni, ringrazio il Signore per tutto ciò che ha seminato attraverso ogni persona incontrata, ogni gesto, ogni sorriso e ogni parola scambiata, certo nella speranza del bene ricevuto e nella fede da continuare a testimoniare.

Michele Fanunza

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Preghiera e fraternità a Solesmes

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L’estate è comunemente considerata la stagione più bella, per via della libertà che si respira, per le ferie, per il riposo.Ma, per un seminarista medio, l’appropinquarsi dell’estate desta anche grande preoccupazione per le esperienze che è chiamato a vivere.Infatti,...

Preghiera e fraternità a Solesmes

Preghiera e fraternità a Solesmes

L’estate è comunemente considerata la stagione più bella, per via della libertà che si respira, per le ferie, per il riposo.
Ma, per un seminarista medio, l’appropinquarsi dell’estate desta anche grande preoccupazione per le esperienze che è chiamato a vivere.
Infatti, la maggior parte delle volte la meta non corrisponde al luogo che si avrebbe voluto o, talvolta, le esperienze previste non permettono di partecipare ad altre desiderate.

Però, spesso succede che proprio nel luogo in cui non si hanno troppe pretese, accade qualcosa di bello.
Quest’estate ho avuto la fortuna di condividere questo Bello con tre compagni, don Lorenzo, Enrico e Michele, nell’abbazia di San Pietro di Solesmes, in Francia, in cui abbiamo trascorso una settimana insieme ai monaci.

La giornata aveva inizio all’alba con la preghiera del Mattutino, seguita da una fetta di pane con burro e marmellata – tutto prodotto in loco – e proseguiva con le Lodi.
A metà mattina, dopo l’Ora Terza, si celebrava la Santa Messa, poi l’Ora Sesta, il pranzo (in silenzio), l’Ora Nona, i Vespri, la cena (anch’essa in silenzio con lettura), e infine la Compieta, che segnava l’inizio del grande silenzio.

Agli occhi dei più questo racconto potrebbe non avere alcun contenuto entusiasmante: si è trattata di una settimana di intensa preghiera… e basta!
Eppure, la gioia che abbiamo nel cuore a distanza di mesi è segno che qualcosa di Grande è accaduto anche nell’ordinarietà.

Ciò che colpisce non è tanto l’imponenza della struttura del Mille d.C., quanto la grandezza del canto gregoriano che accompagna ed eleva la preghiera del Salterio e delle celebrazioni eucaristiche.
La comunità di Solesmes è una delle più conosciute per il canto gregoriano, una vera “officina” viva che abbiamo potuto conoscere dal vivo grazie anche ai dialoghi con i monaci impegnati nel suo studio.

Durante la nostra permanenza in monastero, in occasione della solenne celebrazione dell’Assunta, patrona di Francia, abbiamo ricevuto un dono prezioso: assistere alla professione semplice di un monaco che ha scelto di proseguire il cammino dopo il noviziato.
La comunità di Solesmes, pur non numerosa, è stimata dalla popolazione locale, che partecipa alla preghiera nella chiesa aperta al pubblico.

È stata anche un’occasione per vivere un assaggio di fraternità in una vera fraternità.
La vita comunitaria dei monaci, a noi non del tutto estranea, ha ispirato e innalzato la qualità della nostra esperienza.
Abbiamo condiviso preoccupazioni, intuizioni, meditazioni: tutto ciò che la preghiera ha fatto emergere in noi.
Il richiamo costante all’Essenziale, favorito dalla preghiera, ha dato forma al nostro stare insieme, in un’esperienza di fraternità che – nel suo piccolo – è stata capace di “perturbare” quella dei monaci… in un modo chiassosamente positivo.

Alberto Caocci

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