Giubileo dei Seminaristi 23 – 24 giugno 2025

Giubileo dei Seminaristi 23 – 24 giugno 2025

Giubileo dei Seminaristi 23 – 24 giugno 2025

Lunedì 23 giugno

– dalle h.17.00: Incontro di accoglienza con tutti i seminaristi e recita comune dei Primi Vespri di S. Giovanni (Basilica di S. Giovanni)

Martedì 24 giugno

– h.9.00: Catechesi con il Santo Padre (Piazza S. Pietro)

– h.10.00-12.30: Pellegrinaggio alla Porta Santa di S. Pietro
• con la possibilità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione nelle chiese giubilari e celebrazioni di S. Messe per gruppi linguistici

– h.17.30-19.30: Momenti di condivisione e di festa (Giardini di Castel Sant’Angelo)

Giovedì 26 giugno

– h.19.00-21.00: Veglia vocazionale (Piazza S. Pietro)
• insieme ai vescovi e ai sacerdoti

TERMINE DELLE ISCRIZIONI: 20 aprile 2025

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Gratitudine che deborda: l’esperienza pastorale a San Sebastiano

Gratitudine che deborda: l’esperienza pastorale a San Sebastiano

Gratitudine che deborda: l’esperienza pastorale a San Sebastiano

Sono trascorsi poco più di cinque mesi dall’inizio di questa nuova esperienza pastorale, eppure, piano piano, sta diventando un’esperienza di casa. Quest’anno il Seminario Regionale mi ha chiesto di trascorrere i weekend dedicati alla pastorale insieme a Ivan, seminarista della diocesi di Lanusei, nella parrocchia di San Sebastiano, guidata dal parroco don Michele Fadda.
Fin da subito ci siamo accorti di trovarci in una comunità dinamica, accogliente e piena di vita, nonostante le dimensioni ridotte del quartiere. In questi mesi non posso che ringraziare per questa realtà, dai più piccoli, che ho avuto la gioia di conoscere attraverso il catechismo e il servizio all’altare, fino agli adulti, dai quali ho potuto imparare l’amore e la dedizione alla Chiesa, alla comunità e alle singole persone.
La nostra esperienza a San Sebastiano si sta sviluppando tra incontri di catechismo, celebrazioni eucaristiche e attività di oratorio con gli altri giovani della parrocchia. Questi momenti stanno diventando sempre più occasioni per educarci alla fede e dono di sé nell’incontro con l’altro.
Un ringraziamento speciale va a chi tiene unite tutte le parti e guida questa comunità: don Michele. Sin dall’inizio ci ha accolti con un’amicizia sincera, coinvolgendoci attivamente nella vita parrocchiale e incalzandoci in un confronto e giudizio continuo sulla vita e sulla fede. Quello che emerge chiaramente è un modo e stile di vivere la parrocchia che invita a crescere in umanità e responsabilità, senza dimenticare nessuno, ma valorizzando tutto.
Se non si fosse ancora compreso, l’esperienza di questi mesi è stata un’opportunità per imparare la gratitudine, che apre e libera il cuore. Ed è proprio vero: essa sgorga dai piccoli e grandi segni che Dio lascia nella storia, nella nostra storia di uomini in ricerca di Lui. Nell’incontro con gli altri, questi segni si fanno chiari, luminosi e determinanti.

Giacomo E. Pisano

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Veglia vocazionale a Quartu: preghiera e testimonianza

Veglia vocazionale a Quartu: preghiera e testimonianza

Sabato [23 marzo], la chiesa parrocchiale di San Luca a Quartu Sant'Elena ha ospitato la veglia di preghiera per le vocazioni, promossa dall'Ufficio Diocesano di Pastorale Vocazionale, che ha coinvolto numerosi giovani e fedeli provenienti dalle diverse comunità della...

A Quartu una Veglia di preghiera per le vocazioni

A Quartu una Veglia di preghiera per le vocazioni

A Quartu una Veglia di preghiera per le vocazioni

Sabato 22 marzo alle 20,30, presso la parrocchia S. Luca in Quartu S. E. avrà luogo la Veglia di preghiera per le vocazioni promossa dall’Ufficio diocesano di Pastorale Vocazionale e dal Seminario Arcivescovile.

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Verso una Chiesa sorella: intervista a S.E. Mons. Farci

Verso una Chiesa sorella: intervista a S.E. Mons. Farci

Verso una Chiesa sorella: intervista a S.E. Mons. Farci

A pochi giorni dalla sua ordinazione episcopale, che avrà luogo domenica 9 febbraio alle 16, nella suggestiva cornice della basilica di Sant’Elena a Quartu, abbiamo rivolto alcune domande a S.E Mons. Mario Farci.

Che ricordi conserva degli anni di discernimento, studio e formazione trascorsi nel nostro Seminario Arcivescovile? Del biennio 1996  – 1998 a contatto con i giovani seminaristi in qualità di  Direttore Spirituale?

Sono entrato in seminario a poco più di tredici anni, nel 1980. Da tempo ero attratto dalla vita della Chiesa e dei presbiteri ma avevo preferito frequentare la scuola media nella mia città. Facevo parte di un nutrito gruppo di chierichetti che, tra l’altro, aveva una nutrita squadra di calcio di tutto rispetto. Erano altri tempi ed era naturale che qualcuno di questi facesse un’esperienza in seminario. Direi che i primi anni di seminario, il ginnasio e il liceo, sono stati i più importanti. Poi ho proseguito giorno per giorno fino al seminario maggiore, dove ho sperimentato la passione per la teologia che mi ha permesso di comprendere la fede in modo nuovo e più profondo.

Una volta ordinato prete sono stato anche padre spirituale nel seminario minore per due anni. Un’esperienza ristretta che mi vedeva soprattutto impegnato nel consolare i ragazzi che avevano nostalgia delle loro famiglie e delle loro case.

Dal 1999 è impegnato come  Cappellano presso la casa di cura S. Antonio in Cagliari. Come il rapporto con la sofferenza e la vita degli altri può continuare a formare un presbitero? Cosa porta via di prezioso dopo 25 anni?

Arrivai ad essere cappellano ospedaliero in modo rocambolesco. Inizialmente ero stato nominato parroco ma, per difficoltà legate al mio predecessore, mi proposero di andare alla casa di cura S. Antonio, dove sono rimasto per più di 25 anni.

Oggi dico che è stata una esperienza bellissima. Anzitutto nel contatto col personale sanitario, persone che lavorano seriamente, sperimentano la durezza del lavoro ma ogni giorno si adoperano per il bene di chi soffre e poi, l’esperienza più bella, con i malati che ti insegnano a vivere. Mi porto dietro tante loro sofferenze e, soprattutto, tanti loro insegnamenti. Ho sempre voluto mantenere questo incarico, anche da Preside. Quando ero preoccupato o in tensione per qualcosa fuggivo in ospedale in modo che tutto venisse ricondotto nei giusti termini e oggi vedo che questi 25 anni sono proprio volati.

Cosa direbbe a un giovane che le confidasse il desiderio di diventare sacerdote?

A questo giovane direi di fare tutto con calma e senza affanni, di cercare di essere un ragazzo normale, di fare un’esperienza di Chiesa. Gli ripeterei la raccomandazione che in questi giorni, molto frequentemente, mi stanno facendo: «Non montarti la testa!». Gli direi che è necessario formarsi bene, il tempo della formazione non è tempo perso: tutto il contrario!

Inoltre, all’interno di questa formazione, forse per deformazione professionale, cercherei di fargli capire che la formazione teologica è indispensabile, che lo studio non è un optional e serve per aprirci la testa e farci interpretare meglio la realtà. Per un presbitero, soprattutto per un parroco, oggi e domani sarà sempre indispensabile.

Cosa le mancherà maggiormente di questa chiesa diocesana che ha servito per quasi 34 anni?

A Cagliari sono cresciuto, mi sono “fatto le ossa”. Direi che la Chiesa di Cagliari è stato il mio habitat naturale. Credo che mi mancherà un po’ tutto l’ambiente, però … Iglesias non è da meno. Le dimensioni sono, certo, più contenute ma credo possa essere un vantaggio. Ho l’impressione che ciò favorisca non poco la familiarità tra presbiteri e, mi auguro, con il Vescovo. Tengo a ringraziare la chiesa di Cagliari per tutto quanto mi ha dato. Mi sento inviato da questa comunità verso una chiesa sorella ma, in fondo, … la famiglia è la stessa!

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Ciao don Dante!

Ciao don Dante!

Ciao don Dante!

Canterò in eterno

le misericordie tue, Signore

Nella mattina del 06 gennaio [2025] all’età di 97 anni è tornato alla casa del Padre Mons. Dante Usai, canonico onorario del Capitolo Metropolitano: con lui viene a mancare un pezzo importante della storia del Seminario Arcivescovile di Cagliari.

Entrato in seminario nel 1942 e ordinato il 16 luglio del 1950 (prima messa il 23 luglio a Orroli) don Dante ha dato tutto se stesso per il nostro Seminario: nei suoi 74 anni di ministero presbiterale è stato professore (1950-1977), vice-rettore (1960-1973), rettore (1973-1985), bibliotecario (1991-2010) e infine residente.

È stato inoltre giudice del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Sardo (1981-2021) e vicario episcopale per le religiose (1985-1995).

Testimone del trasferimento della sede da Dolianova a Cagliari e dell’edificazione dei nuovi locali in via Mons. Cogoni, don Dante ha trascorso l’intera vita nel nostro Seminario, dedicandovi tempo, forze ed energie, anche nell’età più avanzata: dal tratto buono e gentile era sempre disponibile per l’ascolto delle confessioni dei seminaristi. Negli anni della vecchiaia infine ha portato avanti una importante ricerca storica sulla storia del Seminario Arcivescovile e sulle figure degli Arcivescovi della Diocesi, con la trascrizione e la traduzione di numerosi documenti e manoscritti.

Accompagniamo così il suo ingresso nell’eternità, con le parole di una sua poesia composta da seminarista il giorno di Corpus Domini del 1946:

D’un grande amore
che dentro si agita, mi brucia il cuore;
vorrebbe andar, fuggir, sempre fuggir
per il dolce mar, ai monti amico, gioir immantinente; […]
Oh! come è bello, sì gentile Amore!
Amore, Amore,
vieni, riposa!
Sempre riposati nel cuore mio,
O dolce Iddio.

don Davide Ambu

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